Quel rifugio d'amore alla stazione centrale di Messina dove si incrociano le storie degli "ultimi"


Pubblicato il 23.01.2013 in Rete Onds


Oltre 200 tra immigrati e nuovi poveri accolti ne1 2012 Padre Tripodo: si avverte la necessità di un dormitorio

 

 

Antonio ha da poco superato i sessant'anni, ma le sofferenze di una vita e gli stenti gli hanno solcato il viso tanto da fargliene dimostrare di più. È uno dei duecentodiciotto utenti passati in questo anno dall'Help center, il centro diurno di accoglienza realizzato alla Stazione centrale, inaugurato esattamente il 27 gennaio del 2012. Ognigiorno, Antonio (è un nome di fantasia per tutelarne la privacy) va alla Stazione a farsi la doccia perché a casa non ha l'acqua calda, scambia qualche parola, un sorriso e poi va via. Qualche ora, ma vale un tesoro.

Francesco, invece, cerca quello che gli è improvvisamente venuto a mancare dopo la separazione e l'improvvisa solitudine: amici con cui confrontarsi, quel calore che durante il resto della giornata non ha.
E poi c'è Maria: non sopportava più la sua famiglia, tanto da volersene allontanare. All'Help Center, quando quest'anno ha spento le candeline per il suo compleanno festeggiata da tutti, i suoi occhi raccontavano di una nuova voglia di ricominciare. Sono solo alcune delle tante storie che all'Help center si sono incrociate e si incrociano ogni giorno. Lì, alla Stazione centrale, crocevia di mille esistenze: luogo di transito per i più, rifugio per chi nella vita ha poco o nulla. È quanto racconta l'iniziativa che merita tutto il sostegno possibile perché riavvicina
Messina all'Europa, quella che viaggia a due velocità superiori rispetto alle nostre latitudini. Duecentodiciotto,
come detto, gli utenti censiti nei primi dodici mesi di attività: 132 gli stranieri e 86 gli italiani, in maggioranza gli uomini (128) rispetto alle donne (90). "Ed è incostante aumento - spiega la psicologa Francesca Giorgianni,  responsabile di struttura - la presenza dei cosiddetti nuovi poveri, cittadini da soli o intere famiglie che si rivolgono a noi perché non hanno più modo di far fronte alle necessità quotidiane".
Accoglienza e assistenza, ma soprattutto promozione per il reinserimento nella società, a partire dall'apprendimento del rispetto delle regole e dell'assunzione di responsabilità in prima persona, sono i capisaldi dell'attività svolta nel centro, che fa parte della rete Onds (Osservatorio nazionale disagio sociale) ed è uno dei 13 Help Center italiani già attivi, nati dalla collaborazione tra Ferrovie dello Stato, Caritas ed Enel Cuore. Realizzato grazie al contributo di 170 mila euro proprio di Enel Cuore e arredato grazie alla donazione di tutti i mobili da parte di lkea, l'Help center è stato affidato alla Cooperativa sociale Santa Maria della Strada, realtà splendida attiva da oltre vent'anni a Messina, da parte della Caritas, la quale fornisce un apporto costante, anche finanziario (per esempio pagando le utenze della sede) ed è la promotrice di specifiche raccolte di fondi nelle parrocchie.  
Con due operatori full time e uno part time che affiancano la responsabile e una quindicina di volontari
il cui apporto è altrettanto importante, come ricorda padre Francesco Pati, direttore delle case di accoglienza diocesane, il Centro raccoglie l'esperienza di decenni di relazioni e impegni svolti dalla Chiesa e dai volontari nel mondo dei senzatetto e rappresenta lo snodo di una rete di associazioni e servizi.
Responsabilizzazione e condivisione: ecco le parole d'ordine. La missione dell'Help Center è, infatti, quella di "accogliere" gli utenti caso per caso, accompagnandone il pieno reintegro nel consesso cittadino. Da qui, regole precise e rispettate, soprattutto condivise. Al centro si condivide tutto, dalla pulizia dei locali alla lavanderia, dal servizio docce alla preparazione dei pasti, operatori, volontari e utenti sono impegnati a ''pari merito". Aperto cinque giorni su sette (mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13, lunedì, martedì e giovedì dalle 14 alle 18), il centro è anche uno spazio di socializzazione che ha, tra l'altro, un appuntamento fisso a settimana (il giovedì) con la proiezione di film, scelti su indicazione degli stessi utenti, e conseguente dibattito. "I nostri utenti - ricorda la Giorgianni - non parlano facilmente di se stessi, ma i loro bisogni e le loro potenzialità emergono sempre più chiaramente via via che si confrontano tra loro e con noi anche sulla scorta degli spunti forniti da un fìlm».

"Queste persone - spiega padre Pati - ci insegnano giorno dopo giorno il senso e il valore della dignità e dell'impegno per gli altri e con gli altri".
Molti i giovani tolti dalla strada e avviati come ospiti di case d'accoglienza, stranieri divenuti più consapevoli del sistema di regole in cui vivono. E anche una sostanziale integrazione culturale tra nazionalità e costumi differenti. Tra le collaborazioni, quella quotidiana e particoıarmente intesa con gli agenti della Polizia ferroviaria, risorse di grande valore e sensibilità, quella con le Asl e il Servizio di salute mentale cui si deve la presenza, a partire da questo gennaio, di uno psichiatra, figura richiesta fin dall'avvio dell'iniziativa che gli iter burocratici hanno reso disponibile solo ora e, infine, quella con l'Università, da cui provengono numerosi tirocinanti (assistenti sociali, educatori professionali, psicologi) ai quali viene impartita una formazione specifica sul campo. Ma la formazione permanente è obbligo anche degli operatori e dei volontari e si sviluppa con incontri periodici e frequenti (rispettivamente una volta a settimana e una volta al mese).
"Sono stati pienamente raggiunti i risultati che ci prefiggevamo con !'istituzione dell'Help Center" ha spiegato padre Gaetano Tripodo, direttore della Caritas. Ma proprio l'esperienza dell'Help Center ci fa capire quanto sia necessario a Messina che il Centro sia aperto tutti giorni dalle 8 alle 20 e che tale servizio venga integrato con un dormitorio a bassa soglia, in grado di garantire un letto e un tetto anche ai più restli alla socializzazione e all'integrazione e aperto anch'esso tutti i giorni, dalle 20 alle 8, così da coprire l'intero arco delle 24 ore". L'appello è rivolto espressamente agli enti locali, al Comune, alla Provincia, istituzioni del territorio "dalle quali ci aspetteremmo maggiore attenzione e collaborazione fattiva».

 


Autore: Mauro Cucè
Fonte: Gazzetta del Sud