Persone senza dimora, si avvia un progetto della polizia ferroviaria


Pubblicato il 13.04.2011 in Rete Onds


Il Compartimento Polfer di Puglia, Basilicata e Molise promuove un ciclo di incontri per lo studio del fenomeno nelle stazioni. Si vuole arrivare ad un'intesa condivisa con servizi sociali, Asl, associazioni


Il Compartimento della polizia ferroviaria di Puglia, Basilicata e Molise ha avviato, d’intesa con il Gruppo Ferrovie dello Stato, un ciclo di quattro incontri per lo studio del fenomeno delle persone senza fissa dimora che vivono all’interno delle stazioni per elaborare, d’intesa con le università, interventi urgenti. L’iniziativa nasce dall’osservazione di persone senza fissa dimora che si stabiliscono in ambito ferroviario versando in condizioni precarie, ed è finalizzata alla realizzazione di un progetto - in linea con la legge n. 328/2000, che renderà sempre più efficaci e tempestivi gli interventi in favore delle persone che si trovano in situazioni di estremo disagio. Il progetto servirà anche a garantire più elevate condizioni di sicurezza per le persone senza dimora e per tutti i cittadini che usufruiscono degli spazi ferroviari.

"L’operazione dignità", così definita dalla polizia ferroviaria, dovrebbe riguardare circa 70 persone senza fissa dimora che abitualmente sostano nelle stazioni della Puglia e in quella di Termoli, di cui 48 hanno avuto bisogno di soccorso e di accoglienza temporanea in strutture della Caritas o dei Centro accoglienza padri somaschi. Il ciclo di incontri avviato dal Compartimento di Polizia ferroviaria è finalizzato quindi a creare sinergie tra i vari attori istituzionali in un contesto nel quale la Polizia ferroviaria svolge il più alto compito della Polizia di Stato, orientata a garantire i diritti e le libertà degli uomini. La sicurezza passa infatti attraverso la garanzia di chi vive in stazione anche in condizioni di disagio. Il percorso dovrebbe portare ad un protocollo d'intesa condiviso – coinvolgendo i servizi sociali dei comuni, gli operatori della Asl ed organismi quali Caritas, Croce rossa, Sert, Ussm (Ufficio servizi sociali minori) – in modo da avere entro il prossimo inverno uno strumento nuovo per dare con maggiore rapidità ed efficacia un aiuto a chi ancora oggi è costretto a vivere in stazione.



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