Nasce ''Shaker. Pensieri senza dimora'', giornale dell’Help Center della Stazione Termini


Pubblicato il 26.07.2006 in Rete Onds

Richiesto esplicitamente dagli homeless che volevano uno spazio in cui raccontarsi ed esprimersi.

Nasce "Shaker. Pensieri senza dimora”, un giornale a distribuzione gratuita promosso dall'Help Center della Stazione Termini richiesto esplicitamente dalle persone senza dimora, che volevano uno spazio in cui raccontarsi ed esprimersi. In uscita a fine mese, il numero zero sarà ad uso interno, mentre da settembre - sponsor permettendo - la nuova testata cercherà di farsi conoscere nell"ambito delle stazioni, e non solo.  L’idea del giornale - definito “contenitore policromo di storie di strada - è maturata nell’ambito del Centro diurno per persone senza dimora, aperto due mesi fa in via Marsala 95 dall’Help Center (centro di ascolto per le emergenze sociali in stazione) del Termini Welcome Staff, partner dell’Osservatorio Nazionale sul Disagio e la Solidarietà nelle stazioni italiane. Il Centro è stato teatro durante i Mondiali di calcio della visione “comunitaria” (di volontari, ospiti e personale ferroviario) delle partite disputate dalla Nazionale. Durante e dopo quei momenti, i circa 30 ospiti tesserati hanno maturato la loro richiesta di scrivere “le loro storie, i loro ricordi, le loro poesie”, spiega Alessandro Radicchi, responsabile dell’Help Center, gestito dalla Cooperativa sociale Europe Consulting, che aderisce a Sol.Co. (Solidarietà e Cooperazione consorzio regionale per la cooperazione sociale nel Lazio).

Il Centro diurno, coordinato da Fabrizio Schedid, offre un servizio di lavatrice, tavola da stiro, docce, televisione, di cui gli ospiti possono usufruire nel corso della giornata, riferisce Radicchi; al momento gli homeless “tesserati” sono 30. Per loro i volontari vorrebbero attivare dei laboratori pratici, da mettere in campo la mattina o il pomeriggio. Intanto la piccola rivista ha permesso di “mettere in gioco le energie e le risorse degli utenti”, spiega Radicchi. Schedid, coordinatore del Centro diurno, racconta nell’editoriale com’è nata la scelta del nome della testata: “Mi resta negli occhi l’immagine di un tavolo attorno al quale persone di tutte le età, di tutte le provenienze, di tutte le mentalità diverse, le più inimmaginabili, si sono raccontate. Così, con semplicità, senza pretese. E’ come se avessero gettato sul tavolo le loro storie, come si fa in una partita a poker. Quello che ne viene fuori è un cocktail. E questi fogli di giornalino sono come un shaker senza altra pretesa che quella di mescolare, mettere insieme, raccogliere le esperienze diverse di anime diverse”. E aggiunge: “C’è veramente di tutto, in questo cocktail: la cultura di chi ha cultura da vendere, la sforzo di chi ha raschiato fino in fondo la propria anima per tirare fuori ciò che di più intimo aveva dentro, la simpatia di chi ha voluto mettere su carta il sorriso che regala ogni giorno a chi si affaccia al diurno, la passione e l’entusiasmo di chi ha messo insieme tutto questo e ha voluto presentarlo, anche graficamente, nel modo più accattivante ai lettori.

Redattore Sociale


Autore: lab