Studiano seduti su un tappeto, tra i fratellini che si rincorrono e il via vai dei parenti.


Pubblicato il 27.09.2005 in News Sociale

Due giovani rom del campo nomadi di via Novara arrivano alla scuola superiore grazie ad un progetto della Caritas ambrosiana. Ora si cercano due volontari per affiancarli nel loro nuovo percorso scolastico.

Non hanno una scrivania. Neppure un computer o una libreria con i volumi disposti in ordine alfabetico. Il loro container ha lo spazio appena sufficiente per accogliere una famiglia di sei persone: 12 metri quadri senza mobili, dove mangiare, dormire, vivere. M. e K. abitano in via Novara, a Milano. Al centro del campo nomadi che accoglie oltre duecento persone: macedoni e kossovari.

M. e K ogni mattina rispondono all'appello, il loro nome appare sul registro di due scuole milanesi: due istituti superiori. M. frequenta il primo anno del liceo Psico-pedagogico, K. a settembre si è iscritto a una scuola professionale. Nulla di strano se non fossero rom. "Questi due ragazzi sono un'eccezione -dice Suor Claudia Biondi, responsabile dell'ufficio nomadi della Caritas ambrosiana-. Sono i primi studenti che iniziano un percorso di scolarizzazione superiore. Con loro tutta la comunità rom ha la possibilità di confrontarsi con la cultura italiana e di uscire dalla marginalità".  Il campo nomadi di via Novara è una baraccopoli nel deserto metropolitano. Nessuna casa, nessun negozio. Solo strade e traffico.

M. e K. hanno sulle spalle il peso dei libri e  delle aspettative di un centinaio di bambini che ogni giorno si scontrano con una lingua incomprensibile. Sconosciuta anche a mamma e papà che a casa parlano romanè. "I nostri volontari li aiutano a studiare e rispondono alle loro domande -prosegue suor Claudia-. Seguono dei programmi personalizzati: ognuno ha delle lacune diverse e per superarle non sono sufficienti i compiti assegnati a scuola".

La Caritas si occupa dei bambini di via Novara dal 2002, quando ha avviato il progetto Lace per sostenere gli studenti di elementari e medie. "Molti ragazzi sono analfabeti e non hanno mai frequentato una scuola - prosegue suor Claudia -. Quest'anno però sono 18 i nomadi iscritti alle scuole medie". M. e K. hanno ottenuto la licenza media a giugno: erano in 4. Un ragazzo adesso lavora come meccanico, una ragazza come cuoca. M. e K. invece hanno deciso di proseguire gli studi. E, nonostante il costo dei libri, le famiglie sono contente.

"Il papà di M. l'accompagna ogni mattina a scuola -dice la responsabile della Caritas-. Ha scommesso sul futuro di  sua figlia". M. a 14 anni studia per diventare insegnante, mentre le sue coetanee preparano il corredo. "Le donne kossovare si sposano entro i 15 anni -conferma suor Claudia-. Di solito non arrivano neppure alla terza media". L'inserimento è all'inizio, ma la Caritas  è già in cerca di aiuto. "Vorremmo evitare delusioni ai ragazzi: un'esperienza negativa si ripercuoterebbe sull'intera comunità -conclude suor Claudia Biondi, e lancia un invito-. Cerchiamo dei volontari che li affianchino nello studio: per M. e K. tre pomeriggi a settimana sono sufficienti. Per i più piccoli c'è bisogno tutta la settimana, ma è uno sforzo che dà i suoi frutti. A giugno prenderanno la licenza in 5". Scommesse e speranze di via Novara.


Autore: Eps
Fonte: Redattore Sociale