Sant’Eligio: da ex-carcere femminile a Centro per senza dimora


Pubblicato il 29.10.2011 in Progetti

Un luogo che ieri segnava la reclusione, oggi diventa un luogo di accoglienza. L'ex-carcere femminile di Sant'Eligio ha avviato la sua trasformazione e nell'arco di 36 mesi diventerà un Centro di Accoglienza per senza fissa dimora. Un Centro destinato ad ospitare 24 senzatetto, italiani e migranti, rispettando la parità di genere: 12 posti letto per gli uomini e 12 per le donne. L'IPAB dell'Addolorata, proprietaria dell'immobile, ed il Comune di Foggia, attraverso un lavoro sinergico, hanno attinto ai finanziamenti promossi dalla Regione Puglia nell'ambito di interventi sulle infrastrutture sociali. Un milione di euro per ristrutturare e riqualificare l'edificio nel cuore di Borgo Croci.

Per la prima volta, dunque, la città di Foggia si dota di una struttura a carattere pubblico che si prenderà cura dei poveri, di chi vive ai margini, avviando un innovativo servizio di assistenza ed integrazione. A partire dal periodo massimo di permanenza nel Centro: 90 giorni, un periodo di tempo importante per chi, costretto alla vita di strada, vuole riorganizzarsi, cercare lavoro, avviare processi di autonomia ed integrazione sociale.

Nella parte inferiore del Centro, quindi, saranno collocati tutti i servizi, come la mensa, le docce, lo sportello di orientamento, la lavanderia ed il guardaroba; il piano superiore, invece, sarà dedicato alle camere per gli ospiti. La struttura si candida a dare un risposta essenziale nel campo dell'accoglienza a quanti dormono all'addiaccio, visto che al momentoa Foggia, a fronte di un centinaio di senzatetto, sono solo 50 i posti letto disponibili e tutti garantiti dal mondo cattolico. Del resto, il recente Rapporto Caritas/Zancan sulla povertà ha evidenziato che in Italia il fenomeno dell'esclusione sociale è sempre più inquietante.

Alla posa della prima pietra del Centro di Accoglienza, svoltasi sabato 22 ottobre, il presidente Vendola ha anche invitato le istituzioni a non disperdere la memoria, perché “si sta recuperando un immobile storico, un ex carcere femminile, nel quale – ha detto Vendola - sembra ancora di sentire l'eco di quelle voci e di quella sofferenza di donne segregate”.


Autore: Emiliano Moccia