Molti degli agricoltori immigrati irregolari vivono in condizioni igieniche e alloggiative inaccettabili


Pubblicato il 31.01.2006 in Eventi

Il 40% abita in edifici abbandonati, il 36% vive in spazi sovraffollati, il 50% non dispone di acqua corrente, il 30% non ha elettricità, il 43,2% non dispone di toilette”. La denuncia di don Giancarlo Perego, di Caritas italiana, a un convegno promosso venerdì scorso dall’Ufficio per i problemi sociali e del lavoro della Cei, Fondazione Migrantes e Caritas Italiana sul tema “Gli immigrati in agricoltura: terra, natura, solidarietà”.

Nell’Ue ogni 10 lavoratori agricoli 1 è extracomunitario e i lavoratori stagionali extracomunitari sono 520mila su 4,6 milioni, ha riferito Perego, rilevando che “l’agricoltura italiana, come la maggioranza delle agricolture europee, è afflitta dalla carenza di manodopera stagionale: negli ultimi 10 anni le aziende agricole in Italia sono diminuite di 411 mila unità, soprattutto al Nord, mentre nel Sud il decremento è meno accentuato”. Anche il datore di lavoro è tenuto ad assicurare alloggio e retribuzione, di fatto “l’iter procedurale appare troppo complesso, macchinoso e anche oneroso”, ha proseguito Perego, affermando che i lavoratori immigrati “rappresentano una risorsa da valorizzare per lo sviluppo e il rilancio del settore agricolo”.

“La condizione di immigrazione è in generale una condizione di debolezza. Le difficoltà linguistiche, i problemi di comprensione del funzionamento delle istituzioni italiane rendono gli immigrati particolarmente bisognosi di informazione, orientamento e tutela”, ha ricordato Maria Farfan, responsabile immigrazione del patronato Inas-Cisl, annunciando che a breve sarà siglato “un Protocollo di intesa tra Ministero dell’interno e Istituti di patronato per la collaborazione nell’attività di assistenza, informazione e consulenza ai cittadini stranieri e ai cittadini comunitari per la compilazione delle istanze in materia di immigrazione (richiesta di rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno) e la predisposizione della relativa documentazione richiesta dalla normativa vigente a corredo delle stesse”. Recentemente è stato richiesto all’Inas di estendere questa attività anche alle competenze dello Sportello Unico per l’immigraione (richieste di nulla osta al lavoro per ingresso di lavoratori dall’estero e richieste di ricongiungimento familiare). Inoltre la Cisl ha fondato per gli stranieri l’associazione Anolf, mentre la Fai Cisl tutela gli aspetti contrattuali del lavoratori del settore agroalimentare.


Autore: lab
Fonte: Redattore Sociale