Giunge all'Onu la denuncia dell'Unione inquilini sulla situazione abitativa in Italia


Pubblicato il 10.11.2004 in News Sociale

Un milione e mezzo di famiglie sotto sfratto negli ultimi dieci anni: oltre la metà (il 51,è per cento) delle 2.915.362 famiglie che vivono in affitto nel settore privato. Dei nuclei familiari sotto sfratto, inoltre, ben 365mila sono state sgomberate con l'uso della forza. Senza contare i numerosi sfratti avvenuti per vie extragiudiziali e le difficoltà di accesso alla casa per gli stranieri.  Sono i dati più significativi del Dossier- denuncia sulla situazione abitativa in Italia, presentato dall'Unione inquilini al Comitato Onu per i diritti economici sociali e culturali. Il Comitato, riunito in questi gioni a Ginevra, ha ricevuto la comunicazione dell'Unione inquilini lunedì scorso da una delegazione italiana composta dal presidente  dell'Unione inquilini Cesare ottolini e il legale della Ui Francesco Brunello. L'iniziativa che punta a mettere sotto accusa le politiche abitative del Governo italiano e ad ottenere un richiamo formale da parte delle Nazioni Unite , si inserisce nell'ambito della campagna "Sfratti zero", lanciata dall'Unione inquilini in qualità di coordinatore dell' "International alliance of inhabitants", alleanza globale per la tutela del diritto alla casa.

In particolare, il dossier punta il dito contro la drammatica situazione degli sfratti e la realtà di un mercato abitativo che l'Unione inquilini definisce "fuori controllo". Allarmanti i dati sulla situazione attuale: sarebbero 200mila, si legge nel dossier, le famiglie sotto sfratto, circa 600mila persone che vivono in condizioni di disagio per l'assenza di una reale prospettiva abitativa per il futuro. Una situazione devastante prodotto dal caro-affitti, un problema che coinvolge il 20 per cento delle famiglie italiane che vivono in case in affitto. Altissima la sproporzione tra persone che hanno stipulato contratti nel settore privato (circa 3 milioni di famiglie) e coloro che abitano in alloggi di edilizia pubblica (973mila). E proprio la mancanza di un'organica politica di edilizia residenziale pubblica viene indicata nel dossier come una delle cause della "formazione di un mercato locativo non controllato, dove, anche per motivi speculativi, la domanda supera l’offerta, e il prezzo dei canoni di locazione è in aumento costante". Una realtà ancor più drammatica se si considera che il 35  per cento degli inquilini del settore pricvato ha un reddito annuo inferiore ai diecimila euro l'anno, mentre il 28 per cento ha un reddito compreso tra 10 e 20mila euro. Nella denuncia dell'Unione inquilini viene anche sottolineata le difficoltà di molti immigrati nell'accesso al diritto alla casa.
Difficoltà che fanno capo a forme di discriminazione più o meno esplicita e a una legge, la Bossi-Fini, che ha complicato le cose, prevedendo la possibilità di accedere all'edilizia pubblica solo per coloro con  ermesso di soggiorno biennale; una miniranza in un contesto in cui lmmaggior parte degli immigrati ha  ontratti di lavoro a tempo determinato e permessi di soggiorno di un anno. E proprio relativamente alla situazione di una partcolare categoria di immigrati, i rom rumeni, l'Unione inquilini, d'accordo con il Comitato di via Adda di Milano (nato per difendere dallo sgombero gli oltre 200 rom rumeni che vivevano nello stabile di via Adda a Milano) ha promesso la redazione di un dossier specifico sulle violazioni del diritto alla casa per i rom rumeni.

Dossier e denunce con cui l'Unione inquilini spera di convincere l'Onu a prendere posizione sulla politica abitativa dell'Italia e in particolare a sollecitare alcuni provvedimenti che possano per lo meno "tamponare" la situazione. In particolare, l'Ui chiede la proporga di tutti gli sfratti fino a che gli inquilini non abbiano trovato un altra sistemazione adeguata; la promozuione di una vera politica di edilizia pubblica che preveda lo stanziamento dell'1 per cento dei fondi pubblici statali, regionali, locali a progetti di edilizia sociale; l'abrogazione dell'articolo 27 della legge Bossi-Fini per il carattere discriminatorio dell'accesso alla casa per gli immigrati.
Il rapporto corredato di dati e informazioni sulla condizione abitativa in Italia, presentato in questi giorni all'Onu, è disponibile sul sito www.unioneinquilini.it; un approfondimento sul tema della casa e del problema sfratti è stato anche curato dalla Caritas ambrosiana. Altre informazioni sono reperibili sul sito  della campagna internazionale per la casa.

 

Redattore Sociale


Autore: mch