Action Milano scende in strada


Pubblicato il 30.03.2005 in Eventi

Sit in e manifestazioni per la costruzione di nuovi alloggi e contro le ''case di plastica''. Attivisti critici per l'assenza di un piano di edilizia residenza pubblica nella metropoli lombarda. 

Un tavolo di plastica bianca con sedie di legno, due letti modello  ospedale, una piccola cucina a gas e poche altre cose. C'è anche una sdraio prendisole, tanto per ribadire il fatto che l'improvvisato arredamento, scaricato da un furgone dagli attivisti di "Action Milano" stamattina in piazza Duomo a Milano, andrà ad arredare un angolo di strada, un terreno abbandonato, un tratto di marciapiede. Dove da domani rischiano di  finire 150mila famiglie italiane, 15mila a Milano e provincia, dopo la scadenza della proroga sugli sfratti. "Abbiamo voluto allestire una casa all'aria aperta, dove da domani rischiano di finire famiglie, anziani, studenti, migranti e persone sole - spiega Bruno, attivista di 'Action Milano'-. Dal 2003 la vertenza sfratti ha già avuto due proroghe, ma in questi anni non si  è intervenuto nella costruzione di nuovi alloggi". Secondo Action Milano, i primi sfratti saranno eseguiti già domani: 4 famiglie a Sesto San  Giovanni e una al quartiere Molise Calvairate. "Nella Milano opulenta che inaugura  una Fiera costata milioni di euro non è stato fatto nulla per queste  persone" conclude Bruno, poco prima di imbracciare il megafono. Domattina alle 8 'Action Milano' ha organizzato presidi di protesta presso le case  oggetto di
sfratto (via Calvairate 1 a Milano e via Edison 448 a Sesto San Giovanni).

Tra le strutture sotto sfratto ci sono anche le "Case di plastica", un palazzo occupato dagli attivisti di 'Action' a Sesto San Giovanni. Ci  vive Ivan, 43 anni, professore di storia e geografia con regolare permesso di soggiorno, emigrato in Italia dall'Ecuador: "Siamo qui per chiedere il diritto a una casa, come tutti gli italiani: noi lavoriamo e potremmo  pagare un affitto -dice Ivan, che vive a Sesto con la moglie, in attesa di una  casa dove poter accogliere anche loro figlio, rimasto in Ecuador-. Il nostro  è un grido di aiuto perché l'Italia sia comprensiva e umana con noi". Una richiesta di cui si fa portavoce Luciano Muhlbauer, candidato alle  regionali nelle file di Rifondazione comunista: "Non si può affrontare il problema della casa con la logica dell''arrangiatevi', occorre un piano di edilizia pubblica. I contratti di quartiere (vedi lancio del 26 gennaio 2005;  ndr) sono specchietti per le allodole: le case Aler continuando ad essere  vendute e privatizzate"

 

Redattore Sociale


Autore: AR