41 suicidi, 17 morti per malattia, 3 per overdose, 7 decessi non accertati e 2 omicidi


Pubblicato il 26.09.2005 in News Sociale

''Sono 70 i morti di carcere dall'inizio dell'anno'', dice Sergio Segio, promotore della campagna ''Il disastro carcerario''

Bayren Mestiri, 21 anni, Padova. Dario B., 73 anni, Firenze. Si chiamano così più giovane e il più vecchio dei 70 detenuti morti nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno, scomparsi nei modi più diversi: suicidi (41 casi), malattie (17), overdose (3), omicidi (2) o per cause non accertate (7). Numeri rilevati dalla rivista 'Ristretti Orizzonti' dei detenuti del carcere di Padova, "nel silenzio dell'amministrazione penitenziaria", dicono i promotori della campagna 'Il disastro carcerario'. Tra loro c'è Sergio Segio, al quinto giorno di un digiuno a staffetta che sta raccogliendo l'adesione di 89 uomini politici, sindacalisti, docenti universitari, volontari ed esponenti del Terzo settore di tutta Italia, tra cui don Virginio Colmegna e don Luigi Ciotti. Uniti nella denuncia delle piaghe delle carceri italiani: sovraffollamento, carenza di personale, strutture fatiscenti, misure alternative insufficienti, mancanza di lavoro all'interno e all'esterno del carcere, legislazione bloccata da veti parlamentari.

"In queste ore a Milano c'è un'esercitazione per l'emergenza terrorismo, ma c'è un'emergenza strisciante e dolorosa, che aumenta giorno per giorno - dice Sergio Segio -. È quella delle persone morte in carcere, anzi di carcere". Secondo di dati di Segio ("probabilmente sottostimati", dice) nel 2004 il dissesto sanitario degli istituti di pena si è ulteriormente aggravato, "con il 7,5% dei detenuti sieropositivi (il 2,6% secondo il Ministero della Giustizia, ndr), il 38% positivo al test per l'epatite C; il 50% a quello dell'epatite B, di cui il 7% presenta l'infezione in atto; il 18% risulta positivo al test della TBC. E sono cresciuti i gesti di disperazione: almeno 52 suicidi, 1.110 tentati suicidi, 6.450 scioperi della fame, 4.850 episodi di autolesionismo". Numeri eloquenti, che secondo Segio e i sostenitori della sua campagna hanno cause ben precise. Di impronta politica.

"Non uno degli impegni presi da questo governo è stato portato avanti - denuncia Giuliano Pisapia, parlamentare di Rifondazione Comunista e coordinatore del programma dell'Unione per la Giustizia -. La proposta di legge sul Garante per i detenuti era stata annunciata come una delle priorità all'inizio della legislatura dal presidente della Camera Casini. Da tempo è bloccata alla Commissione affari costituzionali dai veti del Ministero dell'Interno e della Lega". Pisapia snocciola le "promesse mancate" del governo e i dati di spesa del ministero della Giustizia: "Ogni anno lo Stato paga 1,1 milioni di euro per tenere in carcere i detenuti tossicodipendenti, non potrebbero essere spesi per il loro reinserimento? Si investe troppo poco anche nelle misure alternative al carcere, che invece risultano efficaci: soltanto lo 0,2% di quanti ne hanno beneficiato è recidivo".

Sotto accusa anche la legge Cirielli: "L'unico provvedimento che potrà essere approvato entro fine legislatura - dice Pisapia -. Se passerà nel giro di un anno aumenterà del 25% il numero dei detenuti, tutti legati a reati di marginalità sociale. Saranno invece favoriti gli autori di reati di natura economico-finanziaria, che potranno permettersi avvocati migliori e ottenere la prescrizione".

I prossimi appuntamenti della campagna "Il disastro carcerario" sono in programma il 28 settembre a Milano, con un sit-in davanti alla sede dell Regione Lombardia, e il 5-7 ottobre a Roma, con un presidio del sindacato degli infermieri penitenziari davanri alla Direzione dell'amminstrazione penitenziaria.


Fonte: Redattore Sociale