Associazione Centro La Tenda
L’Associazione Centro “La Tenda” nasce nel 1981 come Associazione di Volontariato e da allora opera ininterrottamente nella città di Napoli e Provincia, con finalità di aiuto e sostegno a persone disagiate e povere, in particolare, ma non in via esclusiva, tossicodipendenti.
La sua proposta terapeutica educativa si ispira a “Progetto Uomo”, formulata per la prima volta dal Centro Italiano di Solidarietà di Roma, guidato da Don Mario Picchi.
Nel corso di questi decenni, l’impegno dell’Associazione si è concretizzato nell’accoglienza e ospitalità nelle sue sedi di migliaia di persone. Molte di queste persone hanno portato a termine positivamente un proprio cammino di crescita umana e personale, libero dalle dipendenze.
Ad altre persone, tra cui minori e loro famiglie, detenuti, senza dimora, rom, sono stati inoltre offerti ospitalità residenziale, orientamento, accompagnamento ad un reinserimento sociale e familiare, formazione, momenti di incontro e ludici. Condividere con queste persone difficoltà e speranze, se da un lato ha fatto comprendere all’Associazione quanto difficile sia colmare le differenze che rendono problematica l’accoglienza dell’altro, del diverso; dall’altro, ha portato sempre più a sostenere, senza discriminazioni né coercizioni di sorta, la centralità della persona, in quanto protagonista principale della propria storia e della propria dignità.
A partire da questi principi, l’Associazione ha promosso attività e servizi di ascolto e accoglienza, residenziali e semiresidenziali, di contrasto alla povertà, di prevenzione al disagio giovanile, di reinserimento sociale e lavorativo, di lotta alla dispersione scolastica, studi e ricerca, formazione professionale, promozione di cooperative sociali, in collaborazione con Ministeri, Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli, Enti pubblici, Aziende private e Organismi del terzo settore, diventando per le comunità locali un punto di riferimento a cui potersi affidare.
La stazione
Napoli. Davvero è “mille colori” la migliore definizione per questa città incredibile, sfacciata nella sua bellezza e nella sua bruttezza, faticosa, impossibile, eppure irresistibile. Giusto qui la stazione non è una, ma due: Napoli Centrale e, sotterranea, Napoli Piazza Garibaldi. E poi la Circumvesuviana, la metro, gli autobus urbani ed extraurbani e, intorno, un piazzale sempre pieno di gente, di macchine, di motorini, di tutto. Si stima un flusso di 137mila frequentatori giornalieri solo in stazione: poco meno di un terzo di Roma Termini, ma significativo, nel sistema di trasporti del Sud. Tutt’intorno c’è il contesto difficile che tutti conoscono, in cui il principale scalo ferroviario meridionale, progettato da Luigi Nervi nel 1954 senza i tratti distintivi delle stazioni tradizionali, sembra quasi confondersi e sparire. Inutile dire che il disagio sociale è presente qui come nel resto della città, sebbene i lavori di riqualificazione, cui Napoli Centrale è sottoposta, stiano continuamente spostando i luoghi di concentrazione del fenomeno e, in parte, anche i protagonisti. I senza dimora stanziali, però, restano legati allo scalo di superficie e non sembrano interessati, ad esempio, alla stazione di Piazza Garibaldi, che, pur potendo costituire un’alternativa tranquilla in questo periodo di trasformazione, resta marginale rispetto alla presenza di uomini e donne in situazione di esclusione sociale.