#vorreirestareacasa


Pubblicato il 12.03.2020 in Rete Onds


Parte dal Binario 95 l'appello degli Help Center della rete ONDS per non dimenticare in questa emergenza le persone senza dimora e le problematiche legate ai servizi che devono da una parte rispettare le indicazioni delle ordinanze governative e dall'altra garantire la tutela e la sicurezza delle persone accolte

I centri della nostra rete dell’Osservatorio Nazionale Della Solidarietà nelle stazioni sono, insieme a Ferrovie dello Stato Italiane e all’ANCI, in prima linea nella lotta alla diffusione del COVID-19. Anche quelli che sono chiusi, perché così hanno deciso le Autorità o perché i volontari debbono restare a casa, condividono la preoccupazione per le migliaia di persone che ogni giorno assistiamo ed accompagniamo.

Nei nostri centri si vive la contraddizione tra il divieto di creare aggregazione e la necessità di fornire una dimora a persone che, non avendo una casa, non possono rispettare le disposizioni governative riassunte con #iorestoacasa.

Possiamo individuare alcuni ordini di criticità:

  • il rispetto delle indicazioni del Governo da parte di chi vive in situazione di marginalità: oltre a non avere una casa nella quale isolarsi, le persone senza dimora sono costrette ad utilizzare le nostre mense per nutrirsi e i centri di accoglienza per dormire, entrambi luoghi in genere affollati e promiscui, nei quali è difficile mantenere la distanza minima di un metro.
  • la difficoltà a proteggersi: chi non ha un’abitazione, pur avendo compreso benissimo la gravità della situazione e sforzandosi con buona volontà di rispettare le regole, ha molta difficoltà ad adeguarsi alle norme igieniche di base previste dal DPCM, per non parlare della complessità nel reperire i dispositivi di protezione, perché non ne ha le possibilità economiche.
  • l’eventuale reazione all’emergere, nei centri, di casi positivi al virus: i nostri centri, ma il discorso vale per la maggioranza dei servizi per le persone senza dimora, non sarebbero in grado di garantire assistenza agli ospiti positivi al virus. Nel caso in cui un solo ospite si ammalasse, tutta la struttura potrebbe essere preclusa e, se messa in quarantena, verrebbe meno il servizio per altre decine di utenti.

C’è poi una questione più squisitamente umana: l’impegno degli operatori sociali, che oggi più che mai sono assimilabili a quelli della sanità e delle strutture residenziali per anziani e rappresentano, per molti ospiti, l’unico punto di riferimento di fronte allo smarrimento che anche la città deserta, il venir meno della routine quotidiana, l’imprevedibilità della situazione rischia di provocare in chi non ha, nella propria casa e nei propri affetti, un rifugio sicuro.

Che cosa fare, dunque? Chiediamo che le Autorità non dimentichino le persone senza dimora e forniscano indicazioni specifiche rispetto a strutture come le nostre, per garantire che:

  • non manchi, oggi più che mai, una casa per chi la casa non ce l’ha
  • siano garantiti i servizi di accoglienza, mensa (anche con distribuzione di pasti da asporto) ed igiene personale
  • siano predisposte urgentemente strutture per l’eventuale isolamento di persone contagiate o che con esse hanno avuto contatti

Il nostro appello ha una sola finalità: contribuire alla riduzione del contagio, portando all’attenzione di tutti la necessità di proteggere anche chi non può dire #iorestoacasa ma solo #vorreirestareacasa.

#vorreirestareacasa

 

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Autore: Onds
Fonte: Binario95