Le condizioni lavorative degli operatori delle tossicodipendenze


Pubblicato il 29.04.2005 in News Sociale

Vengono colpite soprattutto le donne coniugate e i più giovani dallo stress e dal burn-out a causa del loro lavoro: lo afferma la rilevazione su “Le condizioni lavorative degli operatori delle tossicodipendenze: gli aspetti psicologici e sociali di una attività difficile”, a cura di Francesco Gaudio della società “riCerca”, presentata questa mattina presso l'Hotel Ambasciatori Palace.
 
Lo stress professionale – fa notare lo studio – è aumentato dalla cosiddetta “doppia presenza”, cioè “la necessità di conciliare le esigenze della vita domestica con l’attività professionale”. I 441 operatori pubblici e privati interpellati hanno una laurea nel 50% dei casi e poco meno del 20% un diploma secondario superiore, mentre poco meno del 25% ha altri titoli, ad esempio un diploma di assistente sociale o per figure addette ai servizi socio-assistenziali.
Tuttavia anche alcune condizioni “materiali” derivanti dal rapporto di lavoro che lega l’operatore alla propria organizzazione “potrebbero influire sulle condizioni di stress – fa notare la ricerca -: il grado di flessibilità contrattuale, ad esempio; una bassa retribuzione”. Altro elemento importante è il carico di lavoro: negli enti accreditati oltre il 30% degli operatori dichiara di “doversi fermare abbastanza di frequente oltre il normale orario di lavoro, si rilevano livelli retributivi inferiori e una certa discontinuità nell’erogazione della retribuzione mensile (eventualità molto rara nei SerT).
 
L’affaticamento lavorativo, come lo definisce l’indagine, può essere causato negli enti privati da “un’età più giovane, un’esperienza lavorativa inferiore e un aggiornamento più debole”, mentre nei SerT provoca stress “una struttura organizzativa tendenzialmente più rigida”. Ma come percepiscono la presenza dello stress nello staff lavorativo i responsabili dei servizi? Per il 22% dei leader dei SerT si tratta di un fenomeno diffuso (la percentuale scende a 15 punti per i responsabili degli enti accreditati), mentre si ritiene un problema limitato ad alcuni operatori per il 66,7% dei responsabili SerT (70% privato sociale); le cause vengono attribuite alle problematiche che presentano gli utenti (41,4%) e alla difficoltà di raggiungere risultati significativi (8,6%). Ma hanno un’incidenza elevata anche i fattori di tipo organizzativo (33%), soprattutto l’intensità dei carichi di lavoro (12,1%), le relazioni tra staff e dirigenti (8,6%), carenze nelle strategie di gestione e sviluppo (6,9%), bassi livelli retributivi (5,2%); meno frequenti, invece, i fattori legati allo staff (qualità delle relazioni 6,9%, caratteristiche personali dei singoli 4,5%). Tuttavia vengono adottate poche soluzioni per far fronte a questi problemi, comunque più raramente nei SerT (45,5%) rispetto agli enti privati (69,7%); inoltre i responsabili dei servizi considerano nel 68,6% dei casi “inadeguata la sensibilità delle istituzioni e degli addetti del settore, sollecitandone indirettamente una maggiore attenzione”.

 

 

Redattore Sociale


Autore: lab