La Povertà a Roma: Rapporto 2018 Caritas


Pubblicato il 16.01.2019 in News Sociale


In numeri, sono 16mila le imprese chiuse negli ultimi cinque anni, i redditi sono profondamente diseguali in base ai municipi 

Disparità di reddito, povertà, invecchiamento, dipendenze. Fattori in forte crescita a Roma. È il quadro che emerge dal Rapporto 2018 “Povertà a Roma: un punto di vista” che la Caritas diocesana ha presentato il 15 gennaio presso la Cittadella della carità.

Una Capitale sempre più fragile, nella quale la povertà assume aspetti anche imprevedibili. Non solo disoccupazione, dipendenze, redditi esigui e disomogenei, disturbi mentali ma anche forme di “barbonismo domestico”, anziani soli che trasformano le proprie abitazioni in luoghi di accumulo con gravi conseguenze igienico sanitarie.

Il rapporto, giunto alla seconda edizione, mette in luce un mondo sommerso e nascosto ai più, ma ben noto ai migliaia di volontari che quotidianamente svolgono attività nei 145 centri d’ascolto parrocchiali e nei tre diocesani.

La pubblicazione, 180 pagine richhe di dati e infografiche, riporta un quadro generale della situazione socio-economica della Capitale e quattro ambiti di approfondimento su immigrazione, anziani e solitudine, salute mentale e dipendenze. Non manca anche un report sull’attività dei 145 centri di ascolto promossi dalle parrocchie romane.

Alcuni dati: 16mila imprese chiuse negli ultimi cinque anni, i redditi sono profondamente diseguali in base ai municipi, aumentano le famiglie con un solo occupato (in 10 anni del 47,8%) e un quarto dei giovani romani tra i 18 e i 29 anni risulta disoccupato.

La condizione romana riflette la situazione italiana, caratterizzata da una profonda disuguaglianza sociale, fortemente percepita dalla popolazione. Secondo un’indagine dell’Oxfam Italia del 2017, il 61% degli italiani ritiene che le diseguaglianze siano nettamente cresciute negli ultimi anni. Ma non si tratta solo di percezione negativa e di disfattismo; secondo misure scientifiche affidabili, il grado di diseguaglianza del nostro Paese è effettivamente parecchio superiore a quello registrato dalla media europea. Nella graduatoria che misura la diseguaglianza sociale dei 28 Paesi europei l’Italia ottiene il non lusinghiero risultato di posizionarsi tra i primi 8 paesi in graduatoria per diseguaglianza, cinque posizioni sopra la media. Molte fonti denunciano l’allargamento della forbice sociale che può essere esemplificata in molti modi: per la lista Forbes la ricchezza dei primi 14 miliardari italiani equivale alla ricchezza netta detenuta dal 30% della popolazione più povera. Anche la recente indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie conferma la crescita della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e l’aumento degli individui a rischio povertà (coloro che possiedono solo il 60 % del reddito mediano della popolazione). Essi rappresentano il 23%, un dato molto alto. Del resto secondo l’Istat, nel 2017 in Italia è cresciuta l’incidenza delle persone sia in condizione di povertà assoluta sia in condizioni di povertà relativa. Per la povertà assoluta si passa da 4 milioni 742mila a 5 milioni e 58mila (un italiano su 12) equivalenti a 1 milione e 778mila famiglie; per la povertà relativa si passa da 8 milioni e 465mila a 9 milioni e 368mila equivalenti a 3 milioni e 171mila famiglie residenti. Sono dati agghiaccianti. 


È come se oggi vivessimo la povertà con la paura di essere contagiati - dichiara in apertura il Presidente di Caritas Roma don Benoni Ambarus - Sono tre i punti per cui siamo qui: per mettere a fuoco la realtà e avere uno sguardo di insieme, per far sentire il grido del povero, perché il disagio spesso rende cattivi e rancorosi."


Fonte: Caritas

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