Sul binario della solidarietà, Francia e Italia collaborano


Pubblicato il 18.06.2015 in Rete Onds

 

Anche se Francia ed Italia litigano al confine di Ventimiglia per gli immigrati, esiste un binario parallelo di solidarietà, una terza via, che unisce i due Paesi. «Tra Roma e Parigi c’è un accordo volto ad aiutare i senza fissa dimora all’interno delle stazioni


Le ferrovie italiane e francesi sono i fondatori della rete Gare européenne et Solidarité, un progetto che punta al reinserimento sociale delle persone in difficoltà tramite percorsi di orientamento negli scali», spiega Alessandro Radicchi, direttore dell’Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni italiane (Onds). 
 In pratica, Roma e Parigi, sottoscrivendo nel 2008 una Carta Europea per lo sviluppo delle politiche sociali nelle stazioni, hanno messo in cantiere una serie di azioni di scambio e partenariato a livello europeo. Onds è un progetto di Ferrovie dello Stato che, con la collaborazione di Anci (Associazione Comuni italiani), affronta il fenomeno dell’emarginazione sociale e della povertà nelle aree ferroviarie, mettendo a disposizione in comodato d’uso gratuito alle associazioni di volontariato 80 mila mq di immobili in tutta Italia, per un valore di 120 milioni.

Fs, main partner di Last Call, dunque diventa uno dei «casi» di impresa virtuosa di Sodalitas con questo progetto. Secondo un’anticipazione del rapporto annuale che verrà diffuso il 20 luglio, «nel 2014, i 13 help center dislocati nei principali capoluoghi d’Italia hanno effettuato 470 mila interventi di affiancamento ed orientamento sociale, di cui il 30% su utenti registrati, il 70% su anonimi», dichiara Radicchi. Tra quest’ultimi figurano molti rifugiati che, per la convenzione di Dublino, preferiscono non fornire le generalità per il timore di esser identificati, cosa che li costringerebbe a rimanere in Italia, quando in realtà vorrebbero fuggire altrove. Per i passeggeri dell’ultima classe, le rotaie rappresentano infatti una via di fuga verso la libertà, anche se in pochissimi riescono poi a raggiungere il tanto ambito Nord Europa. «Aiutiamo chiunque con coperte e panini — prosegue —: basta bussare ai nostri centri di ascolto all’interno delle stazioni, senza la necessità di esser schedati».

Gli interventi di aiuto e distribuzione di beni di prima necessità verso anonimi nel 2014 sono stati 330 mila (+148%) mentre, su 31 mila vagabondi identificati con nome e cognome, più della metà sono nuovi arrivati, ovvero si sono presentati per la prima volta agli sportelli. Ogni centro d’aiuto cittadino, negli anni, si è inoltre specializzato in determinate attività. «Pescara, ad esempio, è molto attiva nel crowdfunding e sta realizzando un film con attori di strada. Firenze organizza corsi di formazione per donne senza fissa dimora perché lavorino come badanti, mentre Roma pubblica un giornale di strada scritto da clochard. Proprio nella Capitale — aggiunge Radicchi — sono stati effettuati 33 mila interventi di orientamento sociale su 3 mila persone diverse, finanziati da Roma Capitale».

Il disagio oggi si combatte anche grazie ai nuovi sistemi di mapping. «Abbiamo creato un software per la registrazione dei dati che il Comune di Roma utilizzerà per censire l’immigrazione nella Capitale».

E mentre Fs italiane, per far fronte all’emergenza milanese, ha annunciato che provvederà a proprie spese ai lavori di ristrutturazione dei locali di via Sammartini, il direttore dell’Onds sottolinea che «se le ferrovie sono state capaci di mettersi d’accordo, trovando una strada condivisa ed un binario transfrontaliero comune, è tempo che la politica faccia lo stesso».



Autore: Barbara Millucci